RACCONTO VINCITORE VI EDIZIONE PREMIO PRIMO MARINIG



ED IMPROVVISAMENTE CAPII...

25 marzo 1938. Ettore Majorana sale sul traghetto che da Napoli lo porterà a Palermo. Prima di partire aveva ritirato il passaporto, la sua parte del conto familiare, e gli ultimi cinque stipendi del suo lavoro da professore. Dietro di sé lascia due lettere. Una indirizzata ad Antonio Carrelli, direttore dell'Istituto di fisica dell'Università di Napoli. L'altra, alla famiglia. Si scusa con Carrelli e con gli studenti per la sua improvvisa scomparsa. Ai familiari chiede di non vestirsi di nero.
Majorana, però, a Palermo arriva. Invia anche un telegramma, urgente, a Carrelli, chiedendogli di non tenere conto della sua lettera. Poi spedisce un'altra lettera, l'ultima, datata 26 marzo: ...il mare mi ha rifiutato e ritornerò domani all'albergo Bologna (il suo alloggio napoletano)...ho però intenzione di rinunciare all'insegnamento. Di lui non si saprà più nulla. Il mistero. E le ultime deboli tracce. Risulta infatti che Majorana, effettivamente, tornò a Napoli. A provarlo, il biglietto di ritorno, a suo nome, in possesso della compagnia Tirrenia, e la testimonianza di un'infermiera che lo conosceva e che lo avrebbe visto per le vie della città.
Iniziano le ricerche. La polizia indaga. Ed è proprio con queste indagini che si apre “La scomparsa di Majorana”, di Leonardo Sciascia (1975). Con la polizia, che crede nel suicidio e vuole archiviare il caso, e la famiglia, che chiede di continuare le indagini, estendendole ai conventi di Napoli e dintorni, o addirittura di tutta l'Italia meridionale e centrale.
Ma chi era Majorana? Nato a Catania il 5 agosto del 1906, Ettore Majorana si laureò in fisica teorica nel 1929, sotto la direzione di Enrico Fermi, ed entrò nel gruppo dei “ragazzi di via Panisperna”. Quelli della bomba atomica. Era uno di loro. Di gran lunga il più brillante, tanto che lo stesso Fermi dirà di lui: al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fanno del loro meglio ma non vanno lontano. C'è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentale per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni come Galileo e Newton. Ebbene Ettore era uno di quelli.
Sciascia ne ripercorre gli studi, il percorso, anche umano. I rapporti con i colleghi, l'incontro con Heisenberg, il più importante fisico tedesco, la passione per la filosofia. Heisenberg e la filosofia. E l'atomica. La bomba atomica. Heisenberg, lo scienziato oggettivamente schiavo, perchè viveva sotto il regime nazista, ma che si comportò da uomo libero, e l'atomica non la fece. E gli scienziati liberi, che invece l'atomica la fecero, e si comportarono come schiavi perchè, spiega Sciascia, senza alcuna remora... la proposero, vi lavorarono, la misero a punto e, senza porre condizioni o chiedere impegni... la consegnarono ai politici e ai militari. E che gli schiavi l'avrebbero consegnata a Hitler, a un dittatore di fredda e atroce follia, mentre i liberi la consegnarono a Truman, uomo di “senso comune” che rappresentava il “senso comune” della democrazia americana, non fa differenza, dal momento che Hitler avrebbe deciso esattamente come Truman decise, e cioè di far esplodere le bombe disponibili su città accuratamente, “scientificamente” scelte fra quelle raggiungibili di un paese nemico.
Heisenberg, dunque, che non costruì la bomba atomica, che non ne avviò nemmeno il progetto, che passò la guerra preoccupato che gli altri fisici la stessero facendo, cercando di far loro sapere che lui e i fisici rimasti in Germania, non avevano né l'intenzione, né sarebbero stati in grado di farla. L’Heisnberg di Sciascia solleva un problema di etica della scienza. Lo scienziato che, di fronte all'orrore che sa di poter creare, si ferma, sceglie di fermarsi.
Ed improvvisamente capii...
Come in un film, Heisenberg sfuma, Majorana riappare in primo piano. E Majorana si spinge oltre. Di fronte all'orrore, non decide soltanto di fermarsi, ma decide di togliersi di mezzo. Scomparire. Suicidarsi, dice la polizia. Ritirarsi in convento, crede la famiglia. Il Majorana di Sciascia, che è un chiaroveggente, ha una visione, l'orrore della potenza che stava contribuendo a creare. Una visione religiosa: la scienza dava all'uomo il potere di distruggere il mondo. L'Apocalisse. Ed è di fronte a questa visione che Majorana scompare. Per non ricomparire più.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

chi sono i vincitori delle altre sezioni? (edizione 2010)

Anonimo ha detto...

Barking dogs seldom bite

Acqua Albero by Ennius

1976 Terremoto in Friuli ...registrazione dal vivo

Pier Paolo Pasolini: il friulano