FIUMICELLO di Federico Zucchi
Case contro campi,
estati rasenti agli uccelli,
adorate dal sole e dal vento,
anime che non chiedono
carità d’ombra,
ma lune abitate
in cieli senza
zanzariere.
Fiumicello è
la pelle tarmata di mia nonna
Regina dei suoi anni,
gli occhi verdi d’allarme,
grandi di tregua.
Fiumicello è
aspettare un pesce nella Mundina,
addormentare l’esca nelle mani,
sognare polveriere di grano
e scorciatoie di felci
a portata di mare.
In un sogno di luglio
i lucci ridono dal fango
e io ho i capelli più corti
dell’erba e un orto
che conosce a memoria
la bellezza di mia madre.
Fiumicello è
vincere un pesce rosso
alla festa delle pesche,
e ascoltare il suo battito
piano piano, perdere peso
e pregare invano,
che i cuori non siano
disegnati a matita.
Fiumicello è
un’anguria spaccata
al goal di Caniggia
è mia zia Nene,
che non chiede
a nessuno
le cause dei fiori.
Fiumicello sono
storie di sassi,
sapute da pochi,
amnesie di alligatori,
alleanze di mani
allacciate
per noi.
3 commenti:
Questa poesia mi piace.
Frasi brevi ma immagine che raccontano più di mille parole.
Leggo (invidio :D ), apprezzo ed imparo.
Ci sono immagini che mi piacciono particolarmente: estati rasenti uccelli, la parola "tarmata" riferita alla pelle della nonna mi emoziona e me la rappresento mentalmente come un flash.
Le scorciatoie di felci mi ricordano paesaggi poco distanti da casa mia.
Penso che la poesia stia proprio nelle immagini che dipingi.
Una curiosità sugli alligatori... avete avuto gli alligatori in qualche canale tanto tempo fa?
Mi piacerebbe che mi raccontassi la storia della frase "amnesie di alligatori"... perchè è bella ed esotica.
grazie.
Carolina
..mi ha lasciato senza fiato... complimenti!
E' lunga come il mento di chi l'ha scritta, ma è sottile. Ha una strana forma metallica.
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